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Sirente online - La sentieristica

La fitta faggeta che si protende a volte a lambire i pendii fin sotto le pareti, non agevola certamente l’orientamento e l’approccio alle vie di salita. In particolar modo nella fascia superiore del bosco, dove le frequenti slavine contribuiscono a creare una macchia intricata di alberi abbattuti e giovani piante in ricrescita. Parallelamente, una segnaletica parzialmente mancante o spesso vetusta, presuppone una buona conoscenza della zona ed una paziente ricerca dei percorsi, che si tramuta specialmente in inverno in continui e faticosi tentativi. La conformazione di alcune zone, in particolare la parte centrale della parete nord, costituisce un ulteriore ostacolo all’individuazione dei punti di attacco delle vie, altrimenti meglio individuabili da lontano. Per l'autore la conoscenza del territorio si è resa possibile solo grazie ad una paziente ricerca fatta di assidua frequentazione e continua osservazione delle pareti, anche con l’ausilio indispensabile della macchina fotografica e del binocolo.

 

Otto sono le direttrici principali dei sentieri utilizzabili per l’approccio alle zone di arrampicata descritte in questa guida. Ne diamo di seguito una breve descrizione, precisando che i tempi di percorrenza indicati sono quelli estivi.

 

Sentiero n. 1: Fonte Canale (Q.1352) - Canalone di Monte di Canale (fino a quota 1775).

Il sentiero che sale fino a quota 1775 alla base del canalone di Monte di Canale è utilizzabile sia in estate che in inverno per andare all'attacco dei due speroni che costeggiano il canale, cioè: lo Sperone di Quota 2151 con l’annessa struttura della Pala e lo Sperone Sinistro della Neviera (Q. 2201). Per altre destinazioni non è funzionale, così come non è molto remunerativo se lo si abborda da Fonte dell'Acqua (Q.1156). Da quest'ultima località i tempi estivi di percorrenza sono ore 1.30 fino a Fonte Canale, più ore 1.15 fino alla base del canalone, per un totale di ore 2.45.

 

Sentiero n. 2: Fonte Canale - Neviera (fino a quota 1710).

Itinerario con segnaletica molto vetusta e diversi tratti dove può risultare facile perdere il tracciato, spesso poco evidente. A quota 1710, con gli ultimi segnali di vernice ben evidenti sui tronchi degli alberi, la pista scompare improvvisamente nel bel mezzo del bosco, cento metri di dislivello al di sotto dell'obiettivo. La prosecuzione, faticosa e senza punti di riferimento, richiede non meno di ore 0.45 che, sommate alle 1.45 del tratto precedente, porta ad un totale di 2.30 ore di percorrenza in estate.

 

Sentiero n. 3: Via normale alla vetta - Canalone San Vincenzo - Neviera (fino a quota 2000).

Salendo per la via normale che porta in vetta, giunti alla caratteristica radura (ore 1,00), prima di uscire dal bosco si prende un sentierino poco evidente in inverno che, dirigendosi a mezza costa prima in direzione est e poi con alcune svolte salendo decisamente, perviene alla base del canalone San Vincenzo (ore 0.30). Il sentiero è discretamente segnalato con bandierine giallo-blu. Alla base del canalone un'evidente traccia prosegue per ghiaioni, mantenendosi sulla destra orografica del canale e costeggiando le rocce dello Sperone Centrale della Neviera raggiunge il sito di una delle antiche cave di ghiaccio della montagna a quota 2000. Il percorso è oltremodo ottimo per andare all'attacco dello Sperone Sinistro.

 

Sentiero n. 4: Via normale alla vetta.

Il sentiero normale per la vetta è utile per raggiungere le pareti che si affacciano su Valle Lupara, tra cui il versante orientale dello Sperone di Mezzo e il Palazzo, bella struttura rocciosa situata alla testata del primo canalone a sinistra di Valle Lupara. Il sentiero, discretamente segnato, pone in inverno problemi di orientamento nella parte alta, dove la segnaletica rada e poco evidente e gli alberi abbattuti dalla neve, impongono diverse deviazioni con conseguente perdita della direzione di marcia. Nella parte bassa, la mancanza di una chiara segnaletica e la presenza di numerosi incroci con il tracciato delle nuove ippovie, può generare confusione.

 

Sentiero n. 5: Fonte dell'Acqua - Canale Majore (Q.1550).

L’itinerario che porta a quota 1550 alla base del Canale Majore, abbastanza ben segnato ma con vernice poco evidente, d'inverno risulta il più frequentato della montagna (tempo di percorrenza da ore 0.45 a 1.30, secondo lo stato della neve). L'itinerario serve ottimamente come percorso alternativo per salire alla vetta principale, quando d'inverno le condizioni della montagna sconsigliano la percorrenza della via normale, lunga e piena di traversi spesso ghiacciati. Risulta quindi funzionale per avvicinare le pareti che si affacciano sul Majore: lo Sperone di Mezzo e la parte estrema della Parete N che borda a destra (per chi guarda) il canalone medesimo.

 

Sentieri n. 6 e 7: Prati del Sirente - Fossa del Pratiglio (Q.1369) - Colle Saraceno - Valle Pretosa (Q. 1683).

Da località Chiusa della Madonna (piazzale parcheggio all'inizio dei Prati), all'altezza di una costruzione in muratura, parte un sentiero che si biforca in due rami dopo qualche centinaio di metri. I due rami portano entrambi a Valle Pretosa, aggirando a est ed a ovest il caratteristico Colle Saraceno. Il ramo di sinistra passa per la Fossa del Pratiglio (Q.1369 m), suggestiva radura circolare nel bosco; il ramo di destra, un po' tortuoso, si dirige verso Macchia Netta. Entrambi, negli ultimi cento metri del percorso si addentrano nel bosco fitto. Segnaletica in stato vetusto. A seconda dei casi è utile percorrere l'uno o l'altro degli itinerari per portarsi all'attacco della parete nord: dalla zona dell'Imbuto alla bastionata di P.ta Macerola, fino al Gemello Sinistro.

 

Sentiero n. 8: Prati del Sirente - Gemello Destro.

Dai Prati del Sirente, all'altezza di una piccola costruzione, opera di presa di un fontanile posto più a valle, parte un sentiero in terra battuta il cui ramo principale si dirige a F.te Anatella. Dopo qualche centinaio di metri dall'imbocco (Q.1195, poco visibile d'inverno), parte una ripida mulattiera che salendo verso ovest porta in direzione del conoide del Gemello Destro. La traccia di sentiero è abbastanza evidente: procede prima a mezza costa, poi intorno a 1300 m inizia a salire in maniera marcata. A quota 1400, raggiunto un crinale sempre nel bosco, la traccia si perde. Conviene allora salire per via intuitiva direttamente in direzione della montagna per il bosco ripido ma abbastanza largo inizialmente. Dopo cento metri di dislivello si piega decisamente verso ovest, facendosi strada tra gli immancabili alberi caduti e, scavalcato un piccolo crinale, si attraversa un’ultima fascia fitta di arbusti e si raggiunge la base del conoide che scende fino a circa 1600 metri dal Gemello Destro. In inverno, il percorso più faticoso tra quelli descritti.

 

Esistono tracce secondarie e numerosi collegamenti tra i sentieri descritti, usati per secoli dai boscaioli, che è meglio tralasciare perché non apportano nessuna concreta utilità per l'approccio alle pareti, in particolare a chi non conosce perfettamente la montagna.

 

 

 

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